L’accordo di ieri tra i Ministri economici dei Paesi UE è il massimo che si poteva ottenere a Trattati vigenti, ed anzi forse qualcosa di più.
Infatti, fin quando ciascun Paese sarà responsabile – verso gli altri Partner e prima ancora verso i propri cittadini – della propria politica fiscale e di bilancio, non si potrà pretendere che degli eventuali squilibri di ciascuno (nemmeno se dettati da circostanze di forza maggiore) si facciano carico gli altri Paesi, se non con un meccanismo di “prestito”.
Del resto il meccanismo del prestito è quello adottato dallo Stato italiano verso imprese e cittadini con il cd. Decreto liquidità, ed è lo strumento che tutti gli Stati adottano nei confronti dei mercati finanziari per ottenere liquidità, come l’Italia sa bene per avere uno dei debiti pubblici più alti del Mondo.
Non si capisce perchè mai gli Stati europei, sia pure davanti ad una sciagura immane che ha messo in ginocchio tutti gli Stati (ma alcuni molto più degli altri), dovrebbero farsi carico di garantire la emissione di titoli di debito a cui far fronte con le proprie finanze piuttosto che – assai benevolmente – allargare i confini applicativi del MES, che invece è un prestito dell’Europa a ciascun singolo Stato.
Sia pure in maniera molto più blanda di quanto i Sovranisti di ciascun Paese avrebbero preteso, tale misura è quella più ardita alla quale si può far ricorso sulla base della attuale configurazione istituzionale della UE.
Se ciò sia poco o tanto è la valutazione politica da fare.
A giudizio di chi scrive, si tratta di misure utili (e forse non adeguate) per l’emergenza, ma assolutamente insufficienti per la ripresa, dovendo l’Europa competere con le prime due economie del Mondo che adotteranno – e già stanno adottando – misure ben più consistenti e dall’effetto rapido.
Pare però davvero incredibile che i più critici rispetto a questo accordo (che ancora deve essere ratificato dal livello politico, ricordiamolo) siano proprio i Sovranisti di casa nostra, che avrebbero preteso molto di più dall’Europa.
Peccato che ogni Paese ha i propri Sovranisti (in primis l’Olanda), e che questi ovunque impediscono l’adozione delle scelte coraggiose che ci vorrebbero in un momento eccezionale, dal quale economicamente e socialmente si può uscire solo dando vita prima ad una sincronizzazione delle politiche fiscali e di bilancio, e poi con la fondazione degli Stati Uniti d’Europa.
Fin quando ciò non accadrà – assecondando i desiderata dei Sovranisti di tutta Europa e, purtroppo, di tutto il Mondo ivi inclusi i nostri competitor d’oltre Manica e d’oltre Oceano e dell’Estremo Oriente che non hanno interesse a che ciò accada – non si comprendono gli strepiti e le grida antieuropeiste per un accordo che era il massimo risultato possibile alle condizioni date.
In sintesi: il Sovranismo pianga se stesso se i risultati dell’Eurogruppo di ieri sono reputati insufficienti, oppure si decida a comprendere che ciascun Paese UE ha un comune interesse vitale (che prima era di medio-lungo periodo, ora è di breve-brevissimo), a trincerarsi dietro le mura di una realtà economica e politica unitaria.
Magari il prezzo da pagare a tale riunificazione sarà di dover rinunciare a piccoli privilegi, lasciar riscuotere le imposte con metodi teutonici, far gestire i servizi pubblici e gli appalti a chi è capace di farlo, e magari essere costretti a combattere davvero il riciclaggio e le Mafie. Dall’altra parte, si potranno finalmente gestire fenomeni planetari che ora sembrano passati in secondo piano come le Migrazioni, i Mutamenti Climatici, il 5G, la Robotizzazione, le Nuove Povertà, i conflitti religiosi e tutto ciò che l’Italia certamente non potrà mai affrontare da sola.
Soprattutto, il prezzo da pagare sarà di rinunciare definitivamente al Sovranismo a giorni alterni, visto che l’alternativa a quanto sopra è accontentarsi delle briciole che cadono dal tavolo dell’Eurogruppo, salvo che davvero non si voglia di nuovo sperimentare l’Autarchia.
Avv. Sandro Campilongo